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Historiola Mirae Stellae Print E-mail

Roma, Biblioteca Angelica 13-20 marzo 2025

Rationale

In the occasion of the exhibit of ancient science books of XV and XVI century "The Origin of the Universe between Science and Myth" as a satellite event is the discussion around the book of Hevelius Historiola Mirae Stellae.

The morphology of the Cetus constellation, which is completely different by a natural whale, the circumstances of the discovery of Mira and the reconnaissance of its nature are presented by Costantino Sigismondi and Pietro Oliva (the curator of the exhibit). Sigismondi in 2000 working with Hellen Dorritt Hoffleit at Yale studied 400 years of Mira's observations, in order to verify the plausibility of the hypothesis of Mira as the Bethlehem star, presented in Lateran University as Sacred Theology's dissertation (1998). This research found more answers than expected!


Tutti sanno che pi greco è 3.14, per lo meno le prime tre cifre di infinite. Per gli Anglosassoni che usano scrivere le date con il mese prima del giorno, il 14 marzo è il "pi day", da cui il giorno internazionale della matematica. La morte di Stephen Hawking qualche anno fa, proprio di oggi, o la nascita di Albert Einstein nel 1879 aggiungono fascino a questa data. Se poi consideriamo anche che il bordo del Sole in questa data scantona in una costellazione sempre zodiacale (cioè di un essere vivente) ma non delle dodici canoniche, e neppure nella tredicesima, spesso invocata per confutare le pratiche astrologiche, allora la coincidenza diventa davvero interessante. La Pasqua alta di quest'anno ha permesso anche di avere la coincidenza della lettura del profeta Giona, e la corrispondente citazione che ne fa il Cristo, che sono perfettamente in tema per introdurre le immagini del libro di Johannes Hevelius "Historiola Mirae Stellae" (1661). Quando si mettono in mostra dei libri antichi, si consente a molte persone di vederli, li si lascia "agire" e suscitare le idee che nascono dal contatto visivo con gli "Spiriti Magni" che li hanno concepiti. Non è mai sterile il contatto con i libri antichi, anche se si tratta di un evento molto raro. La copia dell'Historiola conservata nella Biblioteca Angelica, uno dei monumenti alla storia della cultura dell'umanità, torna a parlarci di stelle variabili in un periodo particolare della storia dell'astronomia: ad un lustro dal "Great Dimming" di Betelgeuse, la stella nella spalla dolorante di Orione, e nell'imminenza dell'esplosione di T Coronae Borealis, a 80 anni dal precedente episodio. Si tratta di due eventi che stanno cambiando la storia della comprensione di questi fenomeni, grazie alla mobilitazione mondiale di cervelli e di strumenti, oltre che ad una convergenza mediatica che, solo apparentemente, è peculiarità dei giorni d'oggi. Questi libri, come l'Historiola di Hevelius, erano capillarmente diffusi in tutta Europa, per lo meno presso tutti coloro che li potevano capire, e potevano, di conseguenza, intraprendere le osservazioni per confermare le teorie in essi contenute. La Mira Stella fu classificata come Omicron Ceti da Johann Bayer nella sua Uranometria (1603) prima che la comunità scientifica la potesse riconoscere con una Meravigliosa Stella variabile periodica, infatti Mira era stata individuata la prima volta nel 1596 da Fabricius, poi nel 1603 da Bayer, poi nel 1608 ancora da Fabricius -perchè Giove ci era passato di nuovo vicino- e solo nel 1636 Holwarda ne riconobbe la periodicità, ma ancora nel 2001 abbiamo verificato che, se il periodo medio è molto preciso 331.62 giorni, l'intensità dei massimi è anticorrelata, e non si può ancora prevedere l'intensità del massimo successivo a quello che si osserva. Mira, dopo quattrocento anni, è ancora di là da essere completamente capita, e lo stesso vale per le stelle variabili a lungo periodo o quelle, come Betelgeuse, ancora qualche anno fa classificate come irregolari. Le Novae ricorrenti, come T Coronae Borealis, sono ricorrenti, ma il periodo "non spacca il secondo", infatti da oltre un anno la comunità aspetta la manifestazione di questo evento, dall'effimera durata di un paio di notti al massimo. Sembra che un monaco del XIII secolo 1217, oltre che degli astronomi nel XVII 1787 e nel XIX secolo 1866, la abbia osservata in outburst, e poi ancora nel 1946. Si tratta di vedere una stella brillante in più nella Corona Boreale, una bella costellazione vicina ad Arturo, la stella più brillante dell'emisfero boreale, per qualche notte, appunto. Costantino Sigismondi

Descrizione immagine

The Constellation of Cetus drawn by Hevelius: the ecliptic, the yearly path of the Sun, is on top.


VIDEO

Mira JAAVSO 2001(PDF)

Descrizione immagine

La Corona Boreale la sera dell'11 marzo 2025 (Lanciano, s. Antonio, convento di s. Angelo della Pace, 1430). A sinistra in basso da Arturo, a destra in alto dalla finestra ad arco.
The Corona Borealis as seen on 11 March 2025 from Lanciano, Convent of s. Angelo della Pace (1430)

 
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